“Re-immaginando la città”, a Foggia la mostra fotografica di Maria Palmieri per la Giornata Mondiale del Rifugiato

Uno sguardo autentico sulle trasformazioni urbane e umane che attraversano Foggia, città simbolo nei flussi migratori tra Africa ed Europa. È questo il cuore della mostra fotografica “Re-immaginando la città” di Maria Palmieri, che sarà inaugurata oggi, 20 giugno 2025, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, alle ore 17.00 presso la Biblioteca di Area Economica (BaE) dell’Università di Foggia, in via Marina Mazzei.
Fotografia e accoglienza, un dialogo visivo sulla cittàL’esposizione si inserisce in un percorso più ampio di riflessione sul ruolo delle città nei processi di accoglienza e integrazione, mettendo al centro volti, storie e luoghi della migrazione. Le fotografie di Palmieri raccontano una Foggia in trasformazione, sospesa tra tensioni sociali e possibilità di convivenza, tra periferie dimenticate e gesti quotidiani di resistenza e speranza.
Ad aprire l’incontro i saluti istituzionali di Isabella Tammone, responsabile del Sistema Bibliotecario di Ateneo, seguiti dagli interventi di Francesca Scionti (ordinaria di Antropologia culturale), Giulio de Santis (assessore alla Legalità del Comune di Foggia), Claudio De Martino (ricercatore in Diritto del Lavoro), Emanuela Mitola (assegnista di ricerca in Antropologia culturale) e Luigi Marchitto, referente per la Terza Missione del progetto UNICORE (University Corridors for Refugees).
Biblioteche come spazi di consapevolezza“In questa giornata simbolica – spiega Isabella Tammone – vogliamo offrire uno spazio di ascolto e visibilità a chi attraversa il confine della città con il peso della propria storia. La fotografia è un mezzo potente per generare empatia e consapevolezza”. E aggiunge: “Siamo orgogliosi che le biblioteche di Ateneo possano essere luoghi vivi, aperti al territorio e capaci di ospitare eventi culturali su temi così attuali e rilevanti per la nostra società”.
Un evento aperto alla cittadinanzaL’iniziativa, aperta al pubblico, rappresenta un’occasione di incontro e confronto, ma anche un invito alla responsabilità collettiva. In un momento storico segnato da crisi migratorie e tensioni sociali, “Re-immaginando la città” propone un atto di restituzione e di ascolto, con la forza silenziosa della fotografia che scava, interroga e racconta.
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